geografia giudiziaria

 

MOVIMENTO FORENSE

 

 

Roma, 10.7.2012

 

All’ill.mo Sig.

Presidente del Consiglio dei Ministri

Prof. Mario Monti

Sede

All’ill.ma Sig.ra

Ministro della Giustizia

Prof. Avv. Paola Severino

Sede

 

 

PETIZIONE URGENTE

 

Il Decreto Legislativo di revisione delle circoscrizioni giudiziarie approvato dal Consiglio dei Ministri il 6.7.2012 prevede:

a)    la riduzione e l’accorpamento di 37 tribunali e di 38 procure;

b)   la soppressione di tutte le 220 sezioni distaccate di tribunale;

c)    l’individuazione di 674 sedi di Giudice di Pace che saranno soppresse e rispetto alle quali è atteso il parere delle commissioni competenti.

Il risparmio previsto da detta revisione ammonterebbe a 100 milioni di euro in tre anni, risparmio raggiungibile anche attraverso misure diverse e meno pesanti per la cittadinanza, come ad esempio l’eliminazione del rimborso elettorale ai partiti, la cui rata in scadenza a luglio è stata di ben 180 milioni di euro. Ma, al contrario della politica, che non ha rinunziato ai suoi emolumenti neanche in un momento di crisi economica come quello corrente,  il Movimento Forense e l’Avvocatura comprendono la gravità del momento economico e la necessità di detta riorganizzazione territoriale.

Il Movimento Forense non può comunque non rilevare – riservandosi ulteriori iniziative propositive – che la metodologia impiegata dal Governo per la suddetta revisione non ha tenuto adeguatamente in considerazione le strutture sociali del Paese, né la sua geografia e la carenza delle infrastrutture che, in alcuni casi, rendono l’accesso ai Tribunali difficile ed estremamente oneroso per il cittadino, costretto a pagare spese di trasferta di centinaia di  chilometri, anche solo per adempimenti di cancelleria.

Inoltre, pur se orientata alla liberalizzazione della professione, l’azione di Governo in materia di geografia giudiziaria tende a creare barriere competitive, dal momento che gli Avvocati che esercitano in città sede di uffici giudiziari saranno ingiustamente avvantaggiati a scapito di quelli operanti nelle sedi dismesse, il cui costo sarà necessariamente più elevato a causa delle spese di trasferta.

Per rendere dunque possibile un normale esercizio dell’attività professionale, è necessario porre in essere delle misure che consentano e garantiscono l’esercizio del diritto di difesa a costi ridotti non solo per lo Stato, ma anche per il contribuente che ha il diritto costituzionale di accedere alla Giustizia, nonché parità di accesso al mercato dei servizi professionali per gli Avvocati operanti in sedi di uffici giudiziari soppressi. Tali misure sono offerte a costo zero dal Processo Civile Telematico (per il quale gli investimenti sono già stati sostenuti da tempo).

La struttura del Processo Civile Telematico, da tempo introdotto, testato e sviluppato, ma adottato solamente in alcuni bacini territoriali privilegiati ed in alcune materie limitate, è pronta per supportare le esigenze della Giustizia in questa delicatissima fase di transizione per fronteggiare le problematiche scaturenti dalla revisione delle circoscrizioni giudiziarie.

In particolare, tramite il Processo Civile Telematico è possibile iscrivere, depositare, ritirare, consultare e scambiare atti del processo, documenti, verbali e provvedimenti senza recarsi fisicamente presso l’ufficio giudiziario in questione, se non per le udienze.

In aggiunta, ove si modificasse la normativa, eliminando la necessità del concorrente deposito delle copie cartacee, al beneficio della riduzione del pendolarismo giudiziario (che ha comunque ricadute importanti sotto il profilo dei consumi, del traffico e dell’ambiente) si aggiungerebbe il beneficio della riduzione dei rilevantissimi costi per lo stoccaggio e la movimentazione di enormi quantitativi di carta e la liberazione di spazi all’interno dei Tribunali da adibire agli uffici dei magistrati e alle aule di udienza. Ciò consentirebbe di svolgere un numero più elevato di udienze settimanali (eventualmente anche pomeridiane) e di eliminare la prassi (illegittima e pericolosa) del continuo trasporto dei fascicoli dal Tribunale all’abitazione privata del magistrato.

Infine, in via di estrema urgenza, è possibile imporre da subito lo scambio via PEC tra i difensori costituiti di atti e documenti del processo civile, in temporanea concorrenza con le procedure tutt’ora previste dal codice di procedura civile.

Tutto ciò premesso, il Movimento Forense, associazione privata che raccoglie Avvocati esercenti la professione forense in tutta Italia,

CHIEDE

Che il Governo subordini l’efficacia e l’attuazione delle programmate chiusure degli Uffici Giudiziari menzionati in premessa a:

a)    l’entrata in vigore di una norma urgente che imponga lo scambio di atti e documenti tra difensori nel processo civile anche via PEC, in aggiunta alle procedure tutt’ora previste dal codice di procedura civile e dalle relative disposizioni di attuazione;

b)   l’entrata in funzione effettiva ed integrale del Processo Civile Telematico in tutti gli Uffici Giudiziari oggetto del provvedimento, con la conseguenza che l’iscrizione, il deposito ed il ritiro delle memorie, dei documenti, dei verbali e dei provvedimenti giudiziari avvenga tramite accesso al relativo portale e/o PEC;

c)    l’entrata in vigore di una norma che chiarisca che le indicazioni dell’indirizzo PEC presso il registro delle imprese e presso i Consigli dell’Ordine degli Avvocati soddisfano i requisiti previsti per gli elenchi pubblici degli indirizzi PEC indicati nell’art. 3, comma 3bis della L. 21.1.94 n. 53;

d)   l’imposizione di sanzioni a sostegno dei provvedimenti richiesti;

e)    la revisione della normativa concernente il Processo Civile Telematico, allo scopo di eliminare del tutto la necessità di depositi cartacei concorrenti.

 

Il Presidente del Movimento Forense

Avv. Massimiliano Cesali

 

 


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