governo M5S sinistra

APPELLO – PER UN GOVERNO DI CAMBIAMENTO E DI TENUTA DEMOCRATICA M5S-SINISTRA

Per dare un governo “di cambiamento all'Italia” i sottoscritti ritengono indispensabile che il PD (ed ovviamente LeU) si accordino con il M5S, accogliendo l'offerta di Luigi di Maio “alle convergenze sui temi cari a tutti i cittadini”.

Trattare, da sinistra, per formare questo governo ci sembra l'unico sbocco serio alla crisi politica in atto perché una chiusura “a prescindere” significherebbe, di fatto, costringere il M5S a negoziare con Matteo Salvini e quindi agevolare una deriva “fascio-leghista” che sta, con ogni evidenza, montando: il pericolo è veramente grave e non va sottovalutato, considerati i disvalori che stanno prendendo piede in una società confusa, incattivita ed impaurita.

I problemi dell'Italia - delle italiane e degli italiani tutti - devono essere considerati prima dei conflitti di potere interni ai partiti e delle velleità (oltretutto sbagliate) di rivincita elettorale immediata con scelte di opposizione pregiudiziale.

Accettare il dialogo che il M5S ha prospettato, al netto di inutili ed impropri esami sul suo “tasso di sinistrismo” o di “centrismo”, potrà arginare presunte e temute sue tendenze anti-europee ed anti-istituzionali rendendo concretamente possibili – come è auspicabile – le promesse “grilline” sulla lotta alla corruzione, alla disoccupazione ed alla povertà.

Prendiamo in parola Luigi Di Maio quando espone i temi che dovrebbero fondare “la Terza Repubblica dei cittadini”: “Creare lavoro, combattere la povertà, abbassare le tasse e tagliare gli sprechi per mettere soldi dove serve”.

Il dialogo sinistra-M5S è una grande occasione che può anche fare diventare realtà sogni importanti della galassia pacifista ed ecologista (ed in genere dei movimenti sociali): il taglio consistente delle spese militari (per lo più da inserire tra gli “sprechi”), la ratifica del Trattato di proibizione delle armi nucleari ed una denuclearizzazione effettiva, l'avvio della conversione energetica ed ecologica nel rispetto dell'accordo ONU di Parigi contro il cambiamento climatico.

Non esistono, dopo il 4 marzo, “vincenti” o “perdenti” assoluti, perché non si è votato direttamente il governo, ma solo rappresentanze più o meno numerose che devono mettersi d'accordo per formare la maggioranza che esprimerà la guida politica del Paese.

Il nostro appello di attiviste ed attivisti sociali è che si conduca un utile e produttivo dialogo tra le forze politiche più responsabili e sensibili allo Stato di diritto, perché quella parte d'Italia, ancora maggioritaria, che esige, nell'apertura all'Europa e al mondo, la giustizia sociale, la sostenibilità e la pace, trovi il governo che la rappresenti.

 

Primi firmatari:

Alfonso Navarra - obiettore alle spese militari e nucleari

Antonia Baraldi Sani - WILPF Italia

Adriano Ciccioni - Città Verde

Antonella Nappi - Difendiamo la salute

Giuseppe Farinella - Il Sole di Parigi

Laura Tussi e Fabrizio Cracolici - ANPI di Nova Milanese

Giuseppe Natale - ANPI di Crescenzago

Francesco Lo Cascio - MIR Palermo

Fabio Strazzeri - Soccorso Verde

Ennio La Malfa - Accademia Kronos

Angelo Baracca - Scienziate e scienziati contro la guerra

Luigi Mosca - Armes Nucléaires STOP

Giuseppe Bruzzone - Disarmisti esigenti

Isabella Horn - Fucina della nonviolenza

Amalia Navoni - Coordinamento Nord-Sud

Vittorio Pallotti - CDMPI

Valerio Marinai - SOS diritti umani

Enrico Peyretti - rivista Rocca

Anna Alonzo - Centro Arcobaleno 3P

Carolina Balladares - Terra Nuestra

Ada Spadavecchia - Disarmisti esigenti

 

 

 

Una prima presentazione da parte di Alfonso Navarra: DALLA PARTE DELLE CONCETTE D'ITALIA

 

Credo che abbiamo di fronte, nella situazione politica che si è creata in Italia a seguito del voto, un problema immediato di evitare sbocchi che possono alimentare e rafforzare una deriva culturale “cattivista” che vedo montare non solo nelle forze politiche di destra, imprenditrici della paura, ma proprio tra la gente comune, abbandonata a sé stessa dalla “sinistra” in tutte le sue componenti.

Gad Lerner ha sviluppato una importante inchiesta nel libro “Concetta” , appena pubblicato per i tipi della Feltrinelli, in cui racconta la storia dell'operaia di Settimo Torinese che, proprio nel giugno 2017, all'apice della disperazione per i suoi debiti, si è data fuoco (per miracolo non è poi morta) davanti all'INPS che burocraticamente non le versava un sussidio dovuto.

Concetta Candido di mestiere faceva l’addetta alle pulizie in una grande birreria, inquadrata in una cooperativa farlocca inventata e presieduta dagli stessi titolari dell'azienda.

Lerner mette in rilievo l'isolamento in cui si è sviluppata la paradigmatica vicenda di questa rappresentante di una diffusa categoria di “lavoratori poveri” non tutelati da nessuno, prodotto di una “flessibilità” dovuta anche e soprattutto alle politiche della “sinistra” politica e sindacale (per la quale è giusto sottopagare il lavoro pur di mantenerlo).

Il giornalista evidenzia il muro di imbarazzo con cui il suo gesto è stato rimosso dai concittadini e dai politici della comunità operaia di Settimo Torinese ed oggi – ho sentito una sua intervista dell'11 marzo a Radio Radicale – osserva come questo disinteresse possa sicuramente essere messo in relazione ai catastrofici risultati elettorali di tutta la “sinistra” nella cittadina, che sta a Torino come Sesto S. Giovanni sta a Milano. L'ex Sindaco, passato dal PD a LeU, ha preso solo il 3%, il PD di Renzi è crollato, mentre Lega e M5S sono volati!

Le Concette d'Italia, cioé i nuovi operai, senza sindacati né tutele, protagonisti involontari di una corsa al ribasso nel precariato, nel lavoro nero e nelle retribuzioni, si stanno spostando “a destra”, intendendo per destra quell'atteggiamento, ormai diffuso e direi radicato nel popolo comune, per il quale la critica più sanguinosa che possono rivolgerti è quello di “essere buonista”.

Non sarà affatto facile ribaltare questa tendenza securitaria, xenofoba, autoritaria, antisolidaristica, che interessa, al Nord sicuramente, ma credo anche al Sud, i “penultimi” che sentono il fiato sul collo della concorrenza degli “ultimi” immigrati!

La mia analisi è, in un cero senso, opposta a quella svolta da Massimo Giannini in un suo editoriale di qualche giorno fa su “Repubblica”.

Giannini scriveva: “Decidere subito se e con quale diavolo scendere a patti non è la priorità (per la sinistra)”. Per essa la priorità è indicata nel titolo del pezzo: “RICOSTRUIRSI”.

Quello che Giannini mi sembra che ignori sono le urgenze che incombono: è che proprio in questo momento la Merkel e Macron stanno provando a riscrivere i Trattati UE ed è bene che l'Italia entri nella partita rafforzando la svolta anti-austerity.

E i punti che vengono avanzati per un'agenda di governo nel testo di appello sopra riportato non sono le opinioni culturali, pur legittime ed importanti, di minoranze (che so, diventiamo tutti vegani o aboliamo immediatamente le forze armate!), ma il prendere come riferimento le decisioni UFFICIALI quasi unanimi della comunità internazionale.

Le motivazioni dell'avvocato Fabio Strazzeri:

In Italia milioni di persone sono in stato di povertà o a rischio di povertà. Al di là delle statistiche – che ci sono e possono essere utilmente lette – questo dato può facilmente essere rilevato da ciascuno. Infatti aumentano i senza tetto che sono costretti a vivere in strada. La gravità della situazione impone alle forze politiche di abbandonare i reciproci risentimenti e concentrarsi su tale questione sociale. In particolare PD e Movimento 5 Stelle dovrebbero, nell’interesse comune, collaborare nella presente legislatura e porre al centro della azione di governo iniziative atte a risolvere o almeno ad attenuare il problema.

Le motivazioni dello scienziato Angelo Baracca:

Sottoscrivo e promuovo l'appello. Con un'osservazione che provo a buttare giù, anche se è molto complessa anche per me.
L'osservazione è sull'avanzata delle destre, dei fascismi e dei razzismi (per la verità non solo in Italia). È indubbiamente necessario mobilitarsi, e mobilitare tutte le forse, per porre un argine a questa avanzata, perché veramente oggi la democrazia è in pericolo gravissimo.
Però questo non basta. Un governo 5S-PD-LeU è assolutamente necessario per porre l'argine in questo momento. Ma l'avanzata delle destre sarebbe solo rinviata se non si prendessere finalmente provvedimenti decisi per togliere il terreno a questa avanzata.
È stato scritto a iosa che l'avanzata delle destre è principalmente responsabilità delle sinistre che hanno abbandonato il terreno della difesa dei diritti e delle condizioni di vita e di lavoro per abbracciare politiche neoliberiste e sostanzialmente di destra diventando una brutta copia delle destre: fra la copia e l'originale mi sembra ovvio che la gente preferisca l'originale.
In particolare, il PD attuale è l'emblema più chiaro di tutto questo: è diventato decisamente un partito di destra! E le sue scelte politiche lo dimostrano senza ombra di dubbio.
In un programma (e soprattutto un'azione) di governo 5S-PD-LeU dovrebbe essere scritto a chiarissime lettere il riconoscimento che le politiche sviluppate soprattutto (ma purtroppo non solo) nell'ultima decina d'anni sono state anti-popolari e anti-operaie e hanno duramente penalizzato i diritti e le condizioni dei ceti popolari a favore delle classi abbienti, SPIANANDO COSÌ IL TERRENO ALL'AVANZATA DELLE DESTRE. E che il governo in questione deve in termini molto espliciti attuare una politica a favore delle classi subalterne, per migliorare le loro condizioni, eliminare la precarietà del lavoro, garantire un futuro ai giovani, risollevare le condizioni dell'istruzione che le scellerate politiche del passato hanno ridotto in condizioni pietose.
Credo quindi che non si tratti di retorica, ma di una garanzia esplicita che il nuovo governo intende PROGRAMMATICAMENTE cambiare radicalmente politica, come unica strada per allontanare definitivamente - e non per lo spazio di una legislatura - il pericolo delle destre.

Le motivazioni dello scienziato Luigi Mosca:

1) Nell’urgenza del breve termine la « realpolitik » della petizione per un governo M5S-sinistre  mi sembra appropriata.

2) Venendo ora al fondo del problema, si tratta innanzitutto di cercare di rispondere alla domanda : che cosa essenzialmente ha causato il fallimento generalizzato della sinistra, da oltre 30 anni, in Europa e nel mondo, in tutte le sue componenti, dalle più “radicali” alle più “moderate” ?

3) La mia risposta è : il fatto che, a livello di ogni singolo Stato, un regime di vera giustizia sociale è sostanzialmente incompatibile con una economia di mercato (e ancora peggio con la speculazione finanziaria) : certo, si possono sempre praticare delle ‘cure palliative’ per alleviare le sofferenze dei più deboli, ma chiaramente non è questa la vera soluzione.

4) Credo perciò che il solo modo per risolvere questo problema, come del resto anche gli altri due problemi principali dell’Umanità (il disarmo totale e il controllo dell’evoluzione climatica) è quello di arrivare ad una effettiva “governanza” collegiale mondiale, dato che tutti questi gravissimi problemi si pongono a questa scala planetaria e non a quella dei singoli Stati, ripiegati come sono perlopiù su se stessi nella loro proclamata “sovranità”. (Incidentalmente, ricordo che tanto la Francia che l’Italia rappresentano, ciascuna, circa l’1% della popolazione mondiale!). Il processo cha ha portato all’adozione del Trattato di Interdizione delle armi nucleari, per certi versi inedito, potrebbe forse già costituire un ‘modello’ per progredire anche in altri ambiti.

Tutto questo naturalmente andrebbe molto meglio argomentato e sviluppato, cosa che non mi è possibile qui. Ma … qualcuno ha cominciato a farlo, come, ad esempio in queste due pubblicazioni che personalmente considero fondamentali a questo proposito :

1 - Le monde n'a plus de temps à perdre, Edizioni "Le liens qui libérent", con una introduzione di Michel Rocard ed una conclusione di Stéphane Hessel;

2- « De la guerre à la communauté universelle » (Ed. Fayard, 2013) dell’eminente giurista e politologa Monique Chemillier-Gendreau, che ho anche avuto occasione di incontrare ad un Colloquio qui a Parigi e poi di consultare più di una volta.

Per cercare di concludere praticamente : cosa puo’ fare allora un singolo Stato come l’Italia per progredire verso una vera soluzione di questi problemi vitali ?

Direi che il primo passo è quello di una presa di coscienza di quanto indicato molto schematicamente qui sopra.

Secondo : promuovere dei negoziati Est-Ovest che consentano di far ri-partire un processo di disarmo effettivo, senza del quale non vedo come l’Italia (come pure la Francia, etc) potrebbe firmare e poi ratificare il Trattato di Interdizione delle armi nucleari.

Terzo : promuovere un movimento internazionale rivolto alla realizzazione di un regime di vera giustizia sociale nel quadro di una governanza politica mondiale.

Ovviamente ho ben coscienza del carattere più che schematico di questa formulazione di un tale programma estremamente ambizioso, ma che nello stesso tempo ritengo indispensabile se si vuole evitare un “collasso” dell’Umanità e del mondo a più o meno breve scadenza.

Spero pero’ che cio’ possa contribuire a stimolare delle riflessioni ed un dibattito, prima di tutto tra gli attivisti dei quali facciamo parte e poi anche a livello dei popoli …

 

Le motivazioni della traduttrice ed interprete Ada Spadavecchia:

Condivido le varie motivazioni espose ma non vorrei che si aderisse all'Appello entrando col piede sinistro. Sono infastidita dall'uso reiterato della parola sinistra che aveva un senso quando era necessario e imprescindibile essere ed agire da sinistra. Oggi abbiamo tre bombe da disinnescare, che allora erano solo nel lontano orizzonte, la bomba nucleare, la bomba climatica, la bomba della povertà.Questo nuovo panorama impone anche un nuovo linguaggio. Come non accorgersi che la parola sinistra richiama automaticamente e rafforza la parola destra, con tutto il corredo di risvolti storici, simbolici, memorie esasperate da ambo le parti? E in questo obbligato antagonismo, che può arrivare ad episodi criminosi, e fomentare guerre, si perdono di vista quelli che Di Maio chiama : i temi cari a tutti gli italiani e bisognerebbe aggiungere: temi cari a tutti gli uomini, anche a quelli che distratti dagli sterili antagonismi, non ne sono ancora consapevoli. Del resto lui stesso non fa che ripetere: Noi non siamo nè di destra, nè di sinistra. Ma già Cassola esortava a mettere il passato in sordina per essere in grado di ascoltare il nuovo, a mettere una pietra sul passato, per farsi carico del presente. Questo non è semplificare troppo. Aldo Moro diceva: c'è una differenza tra semplificare e banalizzare. Semplificare è togliere il superfluo, banalizzare è togliere l'essenziale. Spero di non aver dato l'impressione di banalizzare, ma solo la priorità alla capacità di semplificare.