Piazza per Monna Tessa

Egregio Signor Sindaco,

tra le persone che hanno onorato Firenze con il proprio servizio a Dio e all’uomo, ce n’è una, nella quale la grandezza, anzi l’enormità del bene che è originato dalla sua persona, contrasta con la scarsa conoscenza di lei e della sua storia. Si tratta di Monna Tessa, la nutrice di Beatrice Portinari (la Beatrice di Dante), ispiratrice della fondazione dell’ospedale di Santa Maria Nuova e fondatrice delle Oblate Ospedaliere.

Firenze non è stata la “Capitale” del rinascere della civiltà occidentale solo come culla dell’arte e della cultura. Nella nostra città, più che altrove, a poco a poco si è andato formando il tessuto sociale che si è poi diffuso ovunque in occidente. A Firenze sono nate le banche, il volontariato sociale con la “Misericordia”, le lotte del proletariato con i “Ciompi” e tante altre cose.

A Firenze, per opera di quest’umile terziaria francescana è nato l’ospedale moderno, non più gestito secondo l’ottica del “si fa quel che si può” e “non c’è niente da pretendere” com’era stato sino allora.

Per la prima volta fu introdotto il principio che il servizio all’ammalato, anche se caritativo e basato sul volontariato, dovesse essere ottimale e scientificamente fondato. Questo concetto si è poi diffuso in tutto il mondo.

Comunque, anche da un punto di vista della cultura, Monna Tessa gioca un ruolo, anche se non diretto, sicuramente non secondario. Essa è la “nutrice”, la mamma “de facto” di Beatrice Portinari, che grazie al suo “portamento umile” ispira Dante. La Divina Commedia è quindi un po’ frutto dell’amore e dell’umiltà che Monna Tessa è riuscita a trasmettere a questa sua “figlioccia”.

Perché possa verificare la fondatezza di quanto affermato intorno a questa nostra concittadina, le allego parte di un breve articolo comparso sul “Governo delle idee”, che tratta di questa donna e di un’altra grande francescana secolare, la Beata Umiliana dei Cerchi.

Alla nostra Monna Tessa Firenze non ha dedicato né una strada né una piazza ma solo un padiglione ospedaliero che prossimamente verrà dismesso.

Le chiediamo, signor Sindaco, di porre rimedio a questa lacuna.

Ci sembrerebbe bello e giusto, proprio nel ricordo dell’origine della ospedalità fiorentina (e non solo) che il largo antistante l’ingresso dell’ospedale di Careggi fosse dedicato a questa bella figura femminile.

Siccome anche il Dott. Brambilla, chirurgo pavese a servizio di Maria Teresa d’Austria, è indubbiamente una bella figura di medico, proponiamo che il tratto di via Taddeo Alderotti che va dall’incrocio con via Incontri a largo Palagi, sia a lui intitolato.

Distinti saluti.

 

Ordine Francescano Secolare Toscano

Ordine Francescano Secolare Fraternità Ofs Fiorentine

 

 

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