Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento

Noi, docenti ed educatori di diverse istituzioni scolastiche della provincia di Lecco, in merito ai recentissimi e allarmanti episodi accaduti a Pisa e Firenze il 23 febbraio, abbiamo assistito a fatti talmente gravi da ritenere impossibile non manifestare il nostro totale e netto dissenso per come è stato gestito l’ordine pubblico a danno di manifestanti pacifici nel pieno diritto di farlo. Abbiamo assistito ad una violenza inaudita e immotivata su studenti e studentesse che pacificamente manifestavano le loro idee, così come una società civile e democratica prevede e consente, così come sancisce la nostra Costituzione.

Da cittadini liberi di un paese libero e da educatori che consapevolmente sostengono ogni giorno una prassi educativa ispirata ai valori della democrazia, del dialogo, del rispetto per la diversità e della libertà di espressione, condanniamo decisamente e assolutamente la scelta repressiva operata contro il corteo manifestante.

Troppi gli episodi di questi ultimi mesi in cui si è passati senza motivo alla repressione senza tentare la strada del dialogo. Quando i ragazzi e le ragazze, che sono il nostro futuro e sono la vita che si sta facendo,  subiscono una violenza del genere da rappresentanti dello Stato, da chi dovrebbe tutelarli e permettere loro di crescere e diventare adulti responsabili e partecipi della vita democratica, quello stesso Stato non ha futuro e non ricorda neanche il suo passato.

“Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento", le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, comunicano con fermezza lo stato d’animo di molti e la richiesta di chiarimento sulle responsabilità della fallimentare gestione dell’ordine pubblico in questo modo.

Chiediamo le dimissioni di chi ha ordinato quelle cariche. A noi spetta ora, come sempre facciamo, rielaborare con studenti e studentesse il dolore, la rabbia, lo sgomento di fronte a immagini che non ci aspettavamo di vedere in Italia nel 2024. E noi non ci sottraiamo. Noi siamo costruttori di pace.


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