RINUNCIAMO A TUTTO MA NON ALLA SCUOLA!

Appello al Presidente del Consiglio, al Presidente della Regione, ai Sindaci

Con l’avanzare della pandemia da Covid-19 si prospettano nuove restrizioni delle attività produttive e sociali in Lombardia. L'incapacità di isolare focolai sul nascere, la difficoltà nel tracciamento, la scelta di non chiudere singoli quartieri o l’area metropolitana di Milano, come invece accade a Madrid ed in altre città europee, o di isolare intere province come in altri Paesi, porta il Governo a considerare la nostra regione una sorvegliata speciale, dove purtroppo aumentano i contagi ed il sistema sanitario è sempre più in crisi.

Tra le misure prospettate c'è il ritorno alla chiusura di tutte le scuole con il conseguente confinamento delle attività didattiche nelle abitazioni per i ragazzi a partire dalla seconda media.

Come cittadini impegnati sulle politiche della cultura e della formazione e come genitori di bambine e bambini che frequentano la scuola primaria e secondaria, riteniamo che questa misura sia da evitare per diversi motivi.

1.    Mancano evidenze che portino a ritenere l’attività in aula, per queste fasce di età, fonte di diffusione del contagio.

2.    La scuola in questi mesi si è organizzata in modo puntuale e rigoroso. I bambini indossano la mascherina sempre, anche al banco e perfino in cortile; i banchi sono distanziati, frequenti cambi d’aria. Vengono rispettati protocolli rigidissimi sulle sanificazioni, non si condividono libri né materiali di cancelleria.

3.    Comuni come Bergamo hanno messo a disposizione parchi e beni comuni per favorire nuove forme di didattica ed il distanziamento fisico, a tutela della partecipazione in presenza.

4.    Ragazze e ragazzi non affollano mezzi pubblici, frequentano le scuole del territorio e non hanno ancora compiuto i 14 anni: per la legge non possono essere lasciati a casa da soli, pena per i genitori la potenziale accusa di abbandono di minore; i ragazzi non debbono essere evidentemente assistiti dai nonni, che sono invitati a limitare i contatti per proteggersi.

L'Europa ci sta inviando un messaggio forte e chiaro: chiudono le attività economiche non essenziali ma non chiudono le scuole, perché la formazione didattica e umana dei cittadini di domani è la base della nostra civiltà. L'anno scolastico in corso è iniziato tra mille difficoltà per i ragazzi che in primavera non hanno avuto, insieme all’obbligo di partecipazione a distanza alle attività didattiche, un aiuto a casa, la presenza degli adulti, device adeguati, una buona connessione.

Non permettiamo che le disuguaglianze tra loro aumentino insieme alle difficoltà delle famiglie e dell'Italia del futuro. 


Oriana Ruzzini, Franco Chiaramonte, Maria Teresa Azzola    Contatta l'autore della petizione

Firma questa petizione

Firmando, accetto che Oriana Ruzzini, Franco Chiaramonte, Maria Teresa Azzola possa vedere tutte le informazioni che fornisco in questo modulo.

Non mostreremo il vostro indirizzo email online pubblicamente.

Non mostreremo il vostro indirizzo email online pubblicamente.


Acconsento al trattamento dei dati da me forniti in questo modulo per le seguenti finalità:



Annunci pubblicitari a pagamento

Promuoveremo questa petizione a 3000 persone.

Per saperne di più...