esigiamo!

Piergiorgio Barone

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2014-09-11 13:55

Quando si parla di strumenti di guerra, ritorno col pensiero a Raoul Follereau che tra il 1964 e il 1969 anima la campagna "il costo di un giorno di guerra per la pace", rivolta all'ONU a cui aderiscono 4 milioni di giovani in 125 paesi. Chiedeva ai leader di USA e URSS di donare i soldi che spendono in una giornata della guerra in Vietnam, o ancora quelli che spendevano per costruire un semplice bombardiere di una volta per aiutare i lebbrosi. Pensiamo a cosa si potrebbe fare invece coi soldi di 2.000 atomiche o anche di una sola parte di esse. Non solo una lotta alla povertà, ma anche alle malattie ed agli inquinamenti ed ai dissesti ambientali in ogni parte del mondo. Le task-forcei che oggi operano in quasi tutti i paesi del mondo a fini bellici, potrebbero essere unificate per essere usate proprio per interventi sul piano civile e sociale, in un clima di solidale intercultura per i già troppi problemi imprevedibili di carattere naturale (terremoti, alluvioni, tsunami, ecc.). Ma i politici ed i rappresentanti per le istituzioni dalla UE all'ONU, sono troppo imbelli, deboli o collusi coi poteri forti dell'economia mondiale a cui interessa investire per costruire armi di qualsiasi genere e quindi usarle per poi ricostruirle in un gioco vizioso che non porta alla pace, alla serenità, alla speranza e all'ottimismo,ma alla paura, alla disperazione ed al dolore della fine.

Piergiorgio Barone




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