Beppe Grillo, sostieni il Pd per un cambiamento del paese


Ospite

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2013-03-02 21:23

Sono un pensionato scampato in tempo alla riforma Fornero, ho votato SEL per il centro sinistra anche se non più iscritto a SEL da quando scelse il ruolo di donatore di sangue gratis al PD.

E’ stato un voto nella consapevolezza che, al di la delle previsioni, nel migliore dei casi sarebbe stata una vittoria resigata, che il centro destra sarebbe rimontato, che il M5S avrebbe raggiunto il 25%.
No non sono un genio ma, a differenza del PD e non solo, ho semplicemente ascoltato la non campagna elettorale del PD e tenuto memoria soprattutto di questi ultimi tristi anni.

Già, quanta tristezza ha comportato in questi ultimi anni vedere l’opposizione parlamentare, quella con radici democratiche ed antifasciste, perdersi a sperare in soluzioni giudiziarie riguardo la questione morale o, addirittura, in crisi politiche (Fini-PDL) provenienti dall’interno stesso di quella offensiva culturale che le politiche governative autoritarie e populiste stavano operando, offensiva culturale tentata di contrastare (spesso in piena solitudine) da lavoratori studenti immigrati precari ecc.
Quanto, a mio avviso, l’opposizione parlamentare pareva presa nella logica della tribù, cioè dei giusti perché tra simili e serranti le file alla diversità, pareva assopita disarmata ed incapace di intendere quanto accadeva nel sociale eludendo la sempre maggior opposizione più o meno organizzata nel paese.
Forse, non essendovi peccato alcuno nel mutare, quantomeno corretto sarebbe stato non pretendere di essere unici portatori sani di verità.
Ben lo intendeva, e non solo lui, il senatore PD Latorre che ci provò più volte ad intavolare uno scambio, ad esempio con Vendola, ma sbattendo più volte al suo interno PD per mano dei soliti indispensabili. E proseguì l’elenco dalle reazioni pregne di acredine verso l’ascesa di Vendola , così come il rifiuto timore (il che concerne la rimozione dell’attrazione) per le sue proposte provocatrici di Primarie, il non cogliere il segnale che, oltre ogni aspettativa, poi diedero soprattutto i giovani elettori alle amministrative di Milano Napoli Cagliari (ultima Genova nelle primarie) così come nei referendum.
In allora tornava alla mente la carta di Nizza (sui diritti fondamentali dell’unione europea) che vede principalmente tre diritti sociali da difendere: della persona, del lavoro, della cittadinanza.
Così se ne è inquinò uno, quello del lavoro, cioè Diritto del lavoro e non diritto al lavoro comunque e privato da tutele. Ben chiara era ed è la posizione della FIOM.
Nessun diritto infatti può essere tutelato, quanto meno tentato di difendere, allorché veniva accettato che dipendesse da una votazione non libera, perché sotto ricatto, come quella del referendum FIAT. Sembrava che, prendendo posizione per il SI, alcuni esponenti dell’opposizione parlamentare non avessero letto a cosa veniva chiesta l’adesione, e manco sapessero delle nuove malattie professionali in quel mondo del lavoro.
Triste era vedere che la miglior strategia, per alcuni, era di ritenersi indispensabili (e stanno riemergendo a far proposte oscene) manco non bastasse già il Papi, manco non fossero già famosi per le loro sottovalutazioni storiche del fenomeno Berlusconiano, soggetti non interpretabili certo politicamente ma tramite tutt’altra materia cioè la psicanalisi che (salvo l’ignoranza di chi potesse intenderla come cura di malattie mentali) spiega, anziché piegare, le questioni svelandone la tendenza reale. Nel caso, la non predisposizione all’ascolto..

E nel nome di un riformismo assediato dal liberismo, non mancarono poi le pene:

Il conseguente indignarsi mentre, io credo, l’indignazione è il sentimento che si prova qualora una situazione creduta in fondo vivibile, condizionabile, trasformabile, mostra poi invece la sua natura di sempre. Com’è possibile poi sorprendersi quindi? Indignarsi?

Forse era meglio, a suo tempo, un confronto a sinistra per ascoltare e cogliere Altro nello sforzo di una alternativa credibile, coraggiosa, rischiando come il darsi implica, fuggendo i balletti e corteggiamenti vari anziché (per questo dico che per alcuni all’opposizione la questione pareva psichica) non saper ascoltare trincerandosi dietro la corazza delle tanto amate “sicurezze e verità”, nella negazione del diverso che avanza, del fuori norma, nel valutare l’umano come individuo e non come questione, nel maternalismo e mutualismo alla faccia dell’intellettualità allorché perturbante i vari cognitivisti e norme utili ad auto referenziarsi.
Così facendo, in anni di ben riuscita rivoluzione inculturale del centro destra e di incapacità del centro sinistra nell’immaginare > suscitare > far desiderare un diverso Sogno alternativo, la cifra del disastro sociale si è realizzata.
Così facendo, nell’ immobilismo e nella tradizione come unico fare, nell’evitare l’uso di ogni strumento a disposizione per riproporre la centralità della questione culturale ovunque anziché inseguire la cultura di norma ed assumerla, come stupirsi poi delle manifestazioni discutibili nell’ azione o nel verbo? Cosa attendersi di meglio quando la politica non sa più essere anche mediazione tra le spinte primigenie, le pulsioni violente, o la rabbia in senso di giustizia sociale?
Forse a sinistra occorreva un compromesso inteso nel senso Alto del promettere insieme, in cui ciascuno rinunciava a qualcosa in più per sé, soprattutto l’orgoglio, per poter giungere a decisioni condivise, al fine di ripristinare lo Stato di Diritto, laico e pluralista, garante dei diritti di tutti”.
Ho aderito alla petizione ma consapevole che gli stiamo chiedendo al Grillo ed al M5S di permetterci di ripristinare uno Stato di Diritto laico e pluralista, garante dei diritti di tutti allorché:
questione non saputa difendere all’opposizione,
questione non poco offuscata nella lealtà col governo Monti.